Per rispondere alle esigenze di un mercato in cui il cambiamento è all’ordine del giorno, il mondo del Finance sta affrontando una trasformazione digitale senza precedenti. La diffusione capillare dei dispositivi mobili per accedere a informazioni in tempo reale, la fortissima concorrenza online, unite all’accelerazione digitale imposta dalla pandemia e alle numerose norme di conformità che produttori e consumatori devono osservare a tutti i livelli, hanno rapidamente generato nuove esigenze per banche e assicurazioni. Inoltre, le nuove opportunità tecnologiche, le architetture Cloud e il contributo sempre più concreto dell’Intelligenza Artificiale, rendono ancora più complesso lo scenario in cui si evolvono queste dinamiche.
Per governare una tale complessità, è fondamentale che figure apicali quali CDO, CFO, CMO e i loro team assumano un ruolo attivo nel convertire le sfide dei dati in vero vantaggio, con la consapevolezza che questa nuova responsabilità ha un impatto sull’intera organizzazione e non solo sulle loro singole aree di competenza.
Un impiego corretto della Data Governance è in grado di aiutarli con l’agilità necessaria per fornire dati protetti e affidabili, ridurre inefficienze e rischi, aumentare la fiducia nei dati utilizzati per prendere decisioni e sfruttare al meglio le innovazioni oggi disponibili.
Un percorso non semplice, dove è possibile incorrere in passi falsi: abbiamo individuati i più comuni e insidiosi da evitare per introdurre nelle aziende e organizzazioni del mondo finanziario un approccio agile e realmente efficace alla Data Governance, intesa non come processo costoso i cui benefici sono visibili solo nel medio e lungo periodo, ma come percorso graduale e incrementale che ruota attorno ai principali bisogni dell’organizzazione:

1. Delimitare la Data Governance all’IT

Una causa molto comune del fallimento delle iniziative di Data Governance è pensare che le relative attività e progetti siano in carico alla funzione IT. In realtà uno dei fattori chiave per una Data Governance di successo è far sì che i vari stakeholder aziendali siano rispettivamente owner dei propri dati e coerentemente se ne prendano cura, perché porta loro un valore aggiunto.
Ovviamente anche la funzione IT ha esigenze di dati e ha una sua ownership su questi, ma è applicata solo ad un sottoinsieme limitato dei dati di cui dispone l’azienda. La conseguenza di una gestione della Data Governance “totalmente IT” è poi spesso troppo focalizzata verso le soluzioni software che approcciano bene le tematiche sul piano tecnico, ma lasciano scoperte all’organizzazione l’onere della gestione di tutta la parte organizzativa, culturale e di approccio al cambiamento.

2. Considerare la Data Governance “un progetto”

È un errore trattare e valutare un’iniziativa di Data Governance come un qualsiasi altro progetto in ambito informatico come, ad esempio, la messa in produzione di un nuovo strumento.
L’obiettivo di queste iniziative, infatti, è riuscire a migliorare i risultati di business attraverso un cambiamento nell’uso e gestione dei dati portando progressivamente l’azienda a riconoscere i dati come un asset strategico e un abilitatore per fare meglio le cose nel quotidiano.
Per arrivare a questo non è sufficiente implementare in azienda un nuovo sistema informatico e valutare se si sono compiuti bene tutti i task progettuali necessari, ma serve un’evoluzione della cultura organizzativa e una forte condivisione dei valori da parte dell’intera azienda a partire dal suo management per affrontare anche una sfida di change management.

3. Disegnare un framework troppo concettuale

È un grande rischio costruire un framework di data governance completamente su carta. Talvolta questo è un approccio utilizzato per ottenere economie di specializzazione tra attori che si occupano da una parte di disegnare il framework e dall’altra di implementarlo. Quando però non c’è forte integrazione tra questi due motori, che vanno per definizione a velocità differenti, quello che si verifica è uno scollamento tra un manifesto che sancisce metodologie, policy e regole che non trovano però attuazione reale. Questo può essere un problema perché se il framework di data governance non diventa da subito parte integrante dell’azienda nelle operations del day-by-day, quest’ultima tornerà lentamente e inesorabilmente ai vecchi schemi abbandonandolo.

4. Attuare un cambiamento globale

Quando si ha un framework di Data Governance pronto e si è trovato il giusto commitment da parte del management per attuarlo, spesso c’è la forte tentazione di avviare un’unica grande iniziativa di implementazione per raggiungere risultati importanti nel minor tempo possibile.
Questo può essere un rischio di fallimento dell’intera iniziativa perché come in tutti i cambiamenti, soprattutto nelle fasi iniziali, agli stakeholder serve allocare una parte del loro tempo ad attività nuove che si sommano alle priorità del day-by-day, che non possono essere ignorate. È quindi consigliabile, soprattutto all’inizio, avviare iniziative più piccole che portino vantaggi in tempi rapidi e concorrano a creare migliori condizioni per attività successive, creando così un volano positivo di rinforzo.

5. Adottare la Data Governance solo in relazione alla compliance normativa

Associare un’iniziativa di data governance aziendale esclusivamente al rispetto di norme emanate da un ente regolatore significa rinunciare a cogliere nuove opportunità e ridurre al minimo i benefici che possono essere ottenuti dal data management.
Un approccio diverso può aiutare ad ampliare gli orizzonti rispetto al minimo indispensabile richiesto dal legislatore e trovare in questo modo benefici ulteriori alla pura compliance. Inoltre, adottando un approccio tattico che agisce esclusivamente sui task operativi necessari e non strategicamente sui principi di fondo, ci si espone ad un maggior lavoro di adeguamento ad ogni singolo cambiamento delle norme.

Giulio Aragiusto, Advisory Practice Manager


Dei cinque errori da evitare che abbiamo individuato per un efficace percorso di Data Governance in ambito Finance hanno parlato 01Net, Innovami.news, La Mia Finanza e molte altre testate.
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